SEA-TY 2021

Sea-ty è un progetto di European Research Institute realizzato con il sostegno della Compagnia di San Paolo nell'ambito dei "Progetti culturali, attività di valorizzazione dei beni culturali e iniziative in ambito artistico", obiettivo Pianeta, missione Proteggere l'ambiente, in collaborazione con il Comune di Santo Stefano al Mare, l'associazione Reef Check Italia e l'associazione Informare, con l'obiettivo di rileggere il legame tra il mare e la città.

Our Story

Non solo un gioco di parole, come suggerisce il nome, ma un percorso di conoscenza, sensibilizzazione e valorizzazione di un'area marina speciale e unica, completamente sommersa, la cui presenza è centrale per l'attività e il benessere umano.

 

L'area marina delle Secche di Santo Stefano al Mare e la sua densa prateria di Posidonia oceanica diventano protagoniste per la valorizzazione e la diffusione della conoscenza di un'area di estremo pregio naturalistico del Ponente ligure. Infatti, nonostante il riconosciuto ruolo ecologico delle Secche di Santo Stefano e delle praterie di posidonia e la loro presenza all'interno del Santuario Pelagos, una delle aree marine più importanti al mondo per la presenza di cetacei, il sito è ancora poco conosciuto non solo dai cittadini e dai turisti ma anche dagli stessi abitanti e amministratori. Per questo motivo le secche sono anche poco tutelate e spesso soggette a forti pressioni dovute ad attività antropiche come la pesca e l'ancoraggio.


Our Mission

Tre i settori di intervento del progetto:  

  • la conoscenza, innanzitutto, con la raccolta di dati scientifici su specie chiave, specie protette e di estremo valore naturalistico utili allo studio dell'area di mare interessata e alla mappatura, sulla base del protocollo di monitoraggio MAC (Monitoraggio Ambientale Costiero) ideato dalla onlus Reef Check Med;  
  • la sensibilizzazione, con attività di comunicazione e divulgazione che coinvolgeranno cittadini, turisti e scuole in presenza e online e che partirà proprio con una giornata di pulizia delle spiagge libere, venerdì 23 aprile in collaborazione con il Comune di Santo Stefano al Mare;  
  • il recupero delle reti perse o abbandonate presenti sui fondali delle secche, in adesione al programma di monitoraggio "Reti nella rete" della onlus Reef Check Med sarà infine la terza linea di azione del progetto Sea-ty, realizzata insieme a diversi attori, sia istituzionali come la Capitaneria di Porto di Imperia, sia locali, come ad esempio il diving Nautilus e l'associazione di divulgazione scientifica asd Informare.

"Le Secche di Santo Stefano rappresentano uno dei siti più interessanti nell'intero scenario ligure, soprattutto per l'elevata biodiversità", spiega la biologa marina Monica Previati. "Questo si traduce nella presenza di ambienti estremamente delicati, caratterizzati da un'elevata vulnerabilità e che richiedono interventi di tutela e una corretta gestione. Attualmente l'impatto antropico sulle Secche è molto rilevante. Ci sono danni estesi ed evidenti a carico di tantissimi organismi marini, dovuti sia all'impatto di attrezzi di pesca come palamiti, lenze abbandonate e reti, sia da inquinamento, spesso proveniente dai fiumi come bottiglie, sacchetti di plastica, eccetera. Questo materiale può soffocare, spezzare, eradicare e uccidere gorgonie e spugne, organismi a crescita lenta che impiegano centinaia di anni per raggiungere le dimensioni che di media si osservano lungo le secche. Si ritiene che i danni antropici, insieme alle variazioni ambientali legate sempre più ai cambiamenti climatici, stiano portando a mutamenti importanti nella struttura delle popolazioni di organismi così preziosi, con conseguenze importanti sull'intero ecosistema e quindi sulla qualità della vita umana. Ecco perché le attività di Seat-ty saranno centrali per informare e sensibilizzare i cittadini e i turisti sulla ricchezza e la fragilità di quest'area marina".


"Aumentare la conoscenza sulle tematiche ambientali ed ecologiche legate al mare è uno degli obiettivi fondamentali di Sea-ty", sottolinea Franco Borgogno, di European Research Institute. "Studenti, cittadini locali e turisti, ma anche amministratori, saranno coinvolti nelle attività del progetto per approfondire il legame indissolubile che unisce mare e uomo, allo scopo di tutelare e gestire sempre meglio, anche in chiave di valorizzazione turistica, un patrimonio immenso come quello marino". "La possibilità di conoscere direttamente la ricchezza dell'ecosistema marino", conclude la biologa marina Susanna Canuto, "è un elemento fondamentale per attivare la sensibilità e l'attenzione che da sole possono fare la differenza per costruire un futuro più sostenibile e di maggiore benessere per quello che riguarda sia la salute che l'economia".

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