No-Trash Triangle Initiative

 

Resoconto della spedizione di Reef Check Italia Onlus a Bangka Island - Sulawesi (Indonesia)

 

115 bicchieri monouso, 25 sacchetti di plastica, infradito, una manciata di bottigliette, resti di corda di nylon e di materiali sintetici per un totale di 6 kg di plastica trovati nello stomaco di un capodoglio, trovato morto sulla costa di Kapota Island, arcipelago Wakatobi, nel Sulawesi, in Indonesia. Lo ha annunciato WWF Indonesia  in un tweet del 20 novembre. Questo è solo il più recente ma, ennesimo episodio di cetacei vittime dell’inquinamento da plastiche che caratterizza l’Indonesia.

 L’Indonesia è il paese con il tasso di biodiversità marina più elevato del pianeta. Una biodiversità frutto della presenza di scogliere coralline costruite dal più alto numero di specie di coralli duri esistente.

In tutto il mondo le scogliere coralline sono la principale  vittima del riscaldamento globale che ogni anno provoca fenomeni di sbiancamento e morte dei coralli come conseguenza dell’interruzione della simbiosi fra alghe e coralli.

Dopo 8 anni di monitoraggio dei reef dell’area di Bangka tramite i protocolli Reef Check e CoralWatch, effettuati durante le spedizioni di Reef Check Italia, i dati raccolti evidenziano una pressoché totale assenza di fenomeni di bleaching. I coralli appaiono in buone condizioni di salute ma la vita che popola il reef non sembra lo sia altrettanto.

La buona notizia, che riguarda la mancanza di impatto sui coralli da parte del riscaldamento globale, è in parte vanificata dal fatto che molte delle specie sfruttate dalla pesca come cibo o destinate al mercato degli acquari, risultano significativamente ridotte. 

Ma la minaccia più evidente per l’ambiente marino è legata a un inquinamento da rifiuti a dei livelli che hanno pochi paragoni al mondo. L’Indonesia è il secondo paese, dopo la Cina, a contribuire all'inquinamento marino da plastica. La plastica è presente ovunque, a terra e in mare. 

Sulla superficie del mare, bottiglie, bicchieri e altri oggetti si radunano  trasportati dalle correnti e lentamente  scendono sul fondo interferendo con gli organismi marini ad ogni livello. I detriti possono uccidere gli animali marini che possono rimanere impigliati o morire di fame dopo aver ingerito particelle che non sono in grado di digerire. Tossine possono essere liberate dalla plastica mano a mano che questa si degrada. Tali tossine possono finire nella catena alimentare e diventare molto pericolose per gli animali marini e la salute umana.

Organizzazioni non governative, pubbliche o private, in Indonesia, stanno affrontando il problema di ridurre i rifiuti della plastica con azioni come: l’educazione dei bambini a scuola, organizzando pulizie delle spiagge e studiando soluzioni per una miglior gestione dello smaltimento della plastica e nella ricerca di plastiche biodegradabili. Una di tali organizzazioni, impegnata a combinare azioni locali con la ricerca scientifica per impedire che il Triangolo dei Coralli venga soffocato dalla plastica, è la No-Trash Triangle Initiative, fondata da scienziati marini provenienti da Indonesia, Italia e Germania.

Una delle iniziative di questa organizzazione ha visto coinvolti i partecipanti alla recente Reef Check Italia EcoExpedition in Indonesia. Come previsto dal programma educativo, i bambini della Junior High School del Lihunu Village di Bangka sono arrivati al Coral Eye per svolgere attività finalizzate alla presa di coscienza dell’importanza dei coralli e dell’impatto negativo che l’inquinamento ha sulla salute del reef.

La presenza di studenti provenienti da Italia, Spagna e Hong Kong è stata lo spunto per spiegare quale motivazione spinge queste persone a venire nella loro isola a studiare lo stato di salute dei coralli. Una motivazione forte che aiuta a comprendere che quelle che in apparenza sembrano rocce sono organismi viventi che provvedono al sostentamento di tutta la popolazione indonesiana fornendo cibo e risorse finanziarie.

L’attività in aula si è poi conclusa con la rimozione dalla spiaggia della plastica e una esercitazione di snorkelling per scoprire le meraviglie della scogliera attraverso l’uso di maschera e tubo. Un’esperienza incredibilmente eccitante sia per i bambini, che per la prima volta indossavano una maschera, sia per gli studenti contagiati da cosi tanto entusiasmo.

La plastica rimossa non è che un piccolo granello rispetto alla quantità che ogni anno entra nei mari indonesiani (che secondo stime pubblicate su Science ammonta a 1,9 milioni di tonnellate), ma rappresenta di sicuro un contributo dal valore inestimabile per la formazione delle future generazioni di cittadini indonesiani. 

 

Gianfranco Rossi 

Reef Check Italia Onlus