Giornata Internazionale della Diversità Biologica 2012

I subacquei della società Subtridente Pesaro, i ricercatori scientifici di Reef Check Italia Onlus e le istituzioni pubbliche uniti per la protezione e conservazione della biodiversità dell’ambiente marino costiero del nord Adriatico.

Il Nord Adriatico è uno dei mari che contribuiscono a rendere il bacino del Mediterraneo, una delle aree del pianeta a maggior tasso di biodiversità.  La promozione di questo valore e il coinvolgimento dei cittadini affinché  questo patrimonio sia conservato e protetto per il nostro attuale benessere e per quello delle generazioni future è un dovere di tutte le istituzioni dai livelli più elevati fino ai singoli cittadini. È con queste motivazioni che la Società Subtridente, in collaborazione con la provincia di Pesaro Urbino, il Parco Naturale del Monte San Bartolo e l'associazione Reef Check Italia Onlus ha organizzato nei giorni 8/9 giugno 2012 una manifestazione inserita nell'ambito delle attività promosse dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata Mondiale della Biodiversità.  Nel corso delle due giornate si sono susseguite relazioni scientifiche e attività di monitoraggio in mare che hanno coinvolto un elevato numero di persone. Il prof. Roberto Danovaro, Direttore del Dipartimento (DISVA) dell'Università Politecnica delle Marche, ha riassunto i risultati di oltre dieci anni di ricerche legate al progetto Census of Marine Life. Tali dati evidenziano che il numero di specie presenti nel bacino del Mediterraneo è all'incirca di 17.000, ma si tratta certamente di un numero incompleto. La diversità di specie microbiche è di sicuro sottostimata e le aree più profonde sono ancora poco conosciute. 

Il Nord Adriatico è uno dei mari che contribuiscono a rendere il bacino del Mediterraneo, una delle aree del pianeta a maggior tasso di biodiversità.  La promozione di questo valore e il coinvolgimento dei cittadini affinché  questo patrimonio sia conservato e protetto per il nostro attuale benessere e per quello delle generazioni future è un dovere di tutte le istituzioni dai livelli più elevati fino ai singoli cittadini. È con queste motivazioni che la Società Subtridente, in collaborazione con la provincia di Pesaro Urbino, il Parco Naturale del Monte San Bartolo e l'associazione Reef Check Italia Onlus ha organizzato nei giorni 8/9 giugno 2012 una manifestazione inserita nell'ambito delle attività promosse dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata Mondiale della Biodiversità.  Nel corso delle due giornate si sono susseguite relazioni scientifiche e attività di monitoraggio in mare che hanno coinvolto un elevato numero di persone. Il prof. Roberto Danovaro, Direttore del Dipartimento (DISVA) dell'Università Politecnica delle Marche, ha riassunto i risultati di oltre dieci anni di ricerche legate al progetto Census of Marine Life. Tali dati evidenziano che il numero di specie presenti nel bacino del Mediterraneo è all'incirca di 17.000, ma si tratta certamente di un numero incompleto. La diversità di specie microbiche è di sicuro sottostimata e le aree più profonde sono ancora poco conosciute. 

Complessivamente si sta assistendo purtroppo a una diminuzione di biodiversità in tutto il bacino. Quasi tutte le principali specie appartenenti alla macrofauna e maggiormente conosciute dalla popolazione in genere, sono in progressivo declino, mentre al contrario cresce costantemente il numero di specie aliene provenienti, in particolare, dall’area orientale del bacino. Queste specie rapidamente si stanno espandendo verso ovest a causa del riscaldamento in atto delle acque del Mediterraneo e rappresentano una reale minaccia alla biodiversità di tutta l’area.

 

Ovunque sono evidenti segnali di uno sfruttamento eccessivo delle risorse di pesca, inquinamento, perdita di habitat e biodiversità, tutti palesemente riconducibili a impatti di origine antropica. Insieme ai cambiamenti climatici in atto essi costituiscono le principali minacce a questi ecosistemi unici. Seguendo tali premesse il dott. Carlo Cerrano ricercatore del DISVA e Presidente di RCI, ha quindi focalizzato l’attenzione su quello che rappresenta un “hot spot” di biodiversità all’interno dell’”hot spot” principale, costituito dall’intero bacino mediterraneo: il mare Nord Adriatico.

 

Le conoscenze attuali sulla biodiversità di tutta l’area mediterranea hanno origini lontane, dai tempi dei greci e dei romani, con Aristotele e Plinio, passando attraverso Linneo fino ai tempi più recenti con le esperienze di J. Jaques Cousteau. La ricerca ecologica e la scoperta delle specie della regione adriatica sono frutto di studi dettagliati opera di vari autori a partire dal celebre manuale di R. Riedl. Diverse pubblicazioni, in anni recenti, hanno provato a incentrare l’interesse dei ricercatori e della popolazione in genere, sull’area del Nord Adriatico. Questo impegno sta portando risultati molto importanti perché solo attraverso una conoscenza più approfondita della biodiversità e delle dinamiche che caratterizzano questo particolare tipo di habitat sarà possibile avviare le iniziative più utili per la valorizzazione di un ambiente così prezioso quanto misconosciuto e sottovalutato.

 

 


Secondo questo indirizzo scientifico ha avuto luogo il giorno seguente l’attività di monitoraggio dei fondali marini e della spiaggia antistante al Parco Naturale del Monte San Bartolo. Con il contributo di numerosi volontari subacquei della società Subtridente Pesaro e degli studenti di una classe del liceo scientifico G. Marconi di Pesaro è iniziata la prima attività di monitoraggio dell’ambiente marino costiero, sommerso ed emerso, utilizzando i protocolli dell’associazione Reef Check Italia Onlus. Tale attività è servita a disegnare una mappa di quest’area che rappresenterà un’utile base per monitoraggi futuri.  Ulteriori e regolari monitoraggi in anni successivi ci permetteranno di avere nel corso del tempo un numero di dati a disposizione, sempre maggiore. Essi costituiranno una fonte d’informazioni indispensabili per una corretta gestione di questa parte di territorio marino. Il loro libero accesso per la consultazione nel database di RCI sarà un utile mezzo a disposizione degli enti gestori responsabili della conservazione e protezione delle risorse di quest’area e in definitiva dell’intero Mar Mediterraneo.