Un’insolita spugna a calice ritrovata nelle acque di Porto Cesareo (LE)

di Rossella Baldacconi

Calyx nicaeensis (Risso, 1826)

Phylum: Porifera
Classe: Demospongiae
Ordine: Haplosclerida
Famiglia: Phloeodictydae
Genere: Calyx

Le popolazioni di Calyx nicaeensis hanno subito una fortissima rarefazione riducendosi drasticamente in molte aree del Mediterraneo. La spugna, ritenuta a rischio d’estinzione, non è stata ancora inserita in nessuna lista faunistica di specie animali da tutelare ma dovrebbe essere presa in seria considerazione.

Un’esemplare è stato segnalato ad agosto 2008 nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo (LE) su fondo coralligeno alla profondità di 30 m. In tale sito, esiste una ricca spongofauna caratterizzata dalla specie arborescente Axinella cannabina.

C. nicaensis presenta una particolare morfologia a calice, talvolta di forma massiva irregolare con digitazioni spesse 1-2 cm. Il diametro del calice può raggiungere i 20 cm. La consistenza è dura ma fibrosa. Il colore varia dal beige al marrone scuro
Lo scheletro è costituito da un intreccio di aghetti silecei (spicole) di due differenti taglie: oxee maggiori (100-150 μm) e oxee minori (35-80 μm). 

 

In alcune zone del Mediterraneo orientale si trova ancora con una certa facilità tanto che i vecchi pescatori di spugne sono soliti tenerne un pezzetto secco in barca, da usare, bagnato in acqua di mare, come antiappannante per la maschera. E’ sufficiente infatti sfregare il pezzo di spugna sui vetri della maschera per essere sicuri che durante l’immersione non si formerà alcuna condensa.